Anethum graveolens L.
Phylum: Tracheophyta Sinnott, 1935 ex Cavalier-Smith (1998)
Classe: Magnoliopsida Brongn. (1843)
Ordine: Apiales Nakai, (1930)
Famiglia: Apiaceae Lindl., 1863
Genere: Anethum L., 1753
Italiano: Aneto
English: Dill
Français: Aneth
Deutsch: Dill, Dille, Gurkenkraut
Specie e sottospecie
Anethum graveolens ssp. sowa (Roxburgh) N.F. Koren - Anethum graveolens ssp. australe N.F. Koren (1988) - Anethum graveolens var. anatolicum N.F. Koren (1988) - Anethum graveolens var. copiosum N.F. Koren (1988) - Anethum graveolens var. nanum N.F. Koren (1988) - Anethum graveolens var. parvifolium N.F. Koren (1988) - Anethum graveolens var. tenerifrons N.F. Koren (1988).
Descrizione
Il nome del genere deriva dal greco anethon (Anice), il quale deriva a sua volta dall'antico egizio. Questo termine può essere tradotto con allontana i malori in riferimento alle proprietà medicamentose. L'epiteto specifico graveolens deriva dal latino gravis (pesante, forte) e olens (sentore), in quanto ha un odore forte. Il binomio scientifico attualmente accettato (Anethum graveolens) è stato proposto da Carl von Linné (1707 - 1778) biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione ”Species Plantarum” del 1753. L'altezza di queste piante annuali (ma in alcuni casi anche biennali) varia da 0,2 a 1 m (massimo 1,5 m). La forma biologica è terofita scaposa (T scap), ossia sono piante che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo fondamentalmente annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme; sono inoltre munite di asse fiorale eretto e spesso privo di (o con poche) foglie. Tutta la pianta è glauca e aromatica ma con un odore sgradevole. Le radici sono secondarie da fittone. La parte ipogea del fusto è una radice fittonante. La pianta ha una aspetto caulescente con un fusto ramoso solo nella parte alta. I fusti sono eretti, un po' gracili, a sezione cilindrica con superficie striata. I fusti inoltre sono articolati in nodi e internodi. Le foglie, a disposizione spiralata, sono del tipo pinnato-composto (3-4 pennatosette) con segmenti filiformi, il contorno della lamina è più o meno romboidale; i segmenti basali sono più ovati, quelli dell'ultimo ordine sono capillari. I vari segmenti si presentano con una nervatura mediana. Il colore è glauco. La larghezza delle foglie è circa di 1 mm; in particolare i segmenti più esterni hanno le seguenti dimensioni: larghezza 0,5 mm; lunghezza 4-20 mm. L'infiorescenza è una tipica ombrella composta: ombrella di ombrelle; i raggi per ogni ombrella sono 20-30 diseguali. Non è presente né l'involucro e neppure l'involucretto (strutture tipiche delle ombrellifere). Dimensione dell'infiorescenza: 5-8 cm. Lunghezza dei raggi: 3-5 cm. Lunghezza dei pedicelli: 6-10 mm. I fiori sono piccoli di colore giallognolo (giallo-verdastro). Sono ermafroditi, attinomorfi, 4-ciclici (a 4 verticilli: calice - corolla - androceo - gineceo), pentameri (i vari verticilli sono composti da 5 elementi ciascuno). Dimensione del fiore: 2 mm. Formula fiorale: per questa pianta viene indicata la seguente formula fiorale: * K 5, C 5, A 5, G (2), infero, schizocarpo. Il calice è ridotto a 5 dentelli. I petali della corolla sono minuscoli (la funzione vessillifera è svolta da tutta l'infiorescenza), arrotondati all'apice; sono ripiegati all'indietro e sono bilobi; sono glabri e non sono cigliati. Appassiscono velocemente. Androceo: gli stami sono 5. Gineceo: i carpelli sono due con ovario infero biloculare. La parte superiore del pistillo è formato da due stili liberi e divergenti all'apice, mentre alla base sono ingrossati in un cuscinetto (chiamato stilopodio) nettarifero e persistente alla fruttificazione. Fioritura: da luglio a settembre. I frutti sono degli diacheni (composti da due mericarpi - ossia due acheni saldati lungo l'asse centrale) chiamati anche frutti secchi schizocarpici. Sono alati, derivati dalle ali dei due singoli frutti saldati insieme. Sono piccoli a forma ovale, appiattiti sul dorso e a coste preminenti, di colore bruno e con superficie liscia e glabra; una volta raggiunta la maturazione in agosto-settembre si scindono in due parti. Dimensione del frutto: 4 - 5 mm. L'impollinazione è garantita soprattutto da diversi insetti, come api e vespe in quanto sono piante nettarifere (impollinazione entomogama).
Diffusione
È di origine asiatica e successivamente naturalizzatasi in Europa meridionale; quindi in Italia è da considerare come specie esotica naturalizzata o avventizia. È poco diffusa sul territorio italiano; è considerata rara, anche se in alcune zone, come ad esempio nel forlivese, è coltivata. Si trova in parte al nord (Veneto, Friuli Venezia Giulia e forse in Liguria e Trentino-Alto Adige) e in parte al centro (Marche, Abruzzo e Molise). Fuori dall'Italia (sempre nelle Alpi) si trova in Francia (dipartimento di Drôme) e in Austria (Länder del Vorarlberg, Tirolo Settentrionale, Carinzia, Stiria, Austria Inferiore). Sugli altri rilievi europei si trova nel Massiccio Centrale e nei Monti Balcani. L'habitat tipico sono gli incolti e orti (coltivi utilitari). Si trova anche nelle regioni meridionali della Romania (es. Calafat, Dolj). Il substrato preferito è sia calcareo che siliceo con pH neutro, medi valori nutrizionali del terreno che deve essere secco. Distribuzione altitudinale: l'Aneto si trova raramente al di sotto dei 600 metri, mentre sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 1000 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare e in parte montano.
Sinonimi
= Anethum arvense Salisb. (1796) = Anethum benevolens Lunell = Anethum sowa Roxburgh = Ferula marathrophylla W. G. Walpers = Peucedanum anethum Baillon = Peucedanum graveolens L. = Peucedanum sowa (Roxburgh) Kurz.
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Data: 11/09/2017
Emissione: Piante per condire Stato: Bosnia and Herzegovina |
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